Patologie

Idrocele

L’idrocele è un accumulo di liquido nello scroto,  più precisamente nello spazio esistente tra i due foglietti della tonaca di rivestimento del testicolo chiamata tonaca vaginale.

I soggetti più a rischio di idrocele sono i neonati e gli adulti di età superiore ai 40 anni.

Cause

Le cause di idrocele variano a seconda dell’età. Nei neonati e nei bambini (anche se nei bambini molto piccoli tende a scomparire spontaneamente), l’idrocele è dovuto alla mancata chiusura del dotto che unisce l’addome allo scroto (dotto peritoneo-vaginale) e che permette la discesa dei testicoli nello scroto.

Negli uomini adulti, invece, può avere un’origine idiopatica (individui che godono per di buona salute, il termine idiopatico, associato al nome di una patologia, indica che quest’ultima è sopravvenuta per motivi sconosciuti o non identificabili).

Nel caso in cui questa patologia sia  espressione di un’altra malattia primaria a carico del testicolo (tubercolosi, sifilide, tumore) e quindi considerata come sintomo e complicazione della stessa si definisce idrocele secondario.

Esiste anche un idrocele congenito, dovuto alla discesa anomala del testicolo che si associa spesso alla presenza di un’ernia inguinale. Il versamento sieroso occupa gradualmente la cavità vaginale e può arrivare anche a di 500 ml, intralciando minzione e coito. In alcuni casi l’idrocele può essere una complicazione di un intervento di varicocelectomia.

Sintomi

I problemi più frequenti legati a questa patologia possono essere:

  • Infiammazione dei testicoli
  • Ritenzione idrica
  • Gonfiore testicolare
  • Dolore e arrossamento allo scroto

Terapia

La terapia varia a seconda della gravità dei sintomi. Per l’idrocele secondario, Il trattamento consiste, nella cura della malattia di base; per l’idrocele idiopatico e per quello congenito, nell’intervento chirurgico. L’esame obiettivo risulta fondamentale per la diagnosi corretta. A tal fine gli esami da fare sono:

  • Analisi del sangue
  • Urine
  • Ecografia scrotale

Il trattamento dell’idrocele primario congenito è chirurgico e consiste nell’intervento di chiusura del dotto peritoneo vaginale. L’idrocele secondario, invece, viene trattato tramite drenaggio chirurgico ed eversione della tonaca vaginale per facilitare il riassorbimento delle recidive.

Se le cause alla base dell’idrocele non sono di una particolare rilevanza clinica, non vi è pericolo e l’idrocele non interferisce né con la funzione sessuale né con la fertilità.

Se, invece, ci troviamo di fronte a tumore al testicolo, gravi infezioni ecc. le complicanze, risultano problematiche, tra cui un’alterata funzione sessuale e/o una ridotta produzione di sperma.

Un’altra possibilità per curare l’idrocele è l’idrocelectomia, una procedura semplice, viene praticata un’incisione nell’area dello scroto, tramite questa incisione viene drenato il liquido presente nello scroto e vengono applicati dei punti di sutura per chiudere l’incisione, il tutto sotto anestesia generale o locale.