Patologie

Orchite

L’ingrossamento acuto o cronico dovuto a cause infiammatorie di uno o di entrambi i testicoli prende il nome di orchite; se interessa uno solo dei testicoli si chiamerà orchite monolaterale se interessa entrambi i testicoli si chiamerà orchite bilaterale.

L’orchite può essere:

  • primaria: se l’infiammazione è causata da fattori strettamente e direttamente connessi con il testicolo (traumi o infezioni);
  • secondaria: se l’infiammazione è causata da cause patologiche esterne al testicolo ma che solo successivamente si sono propagate ad esso; alcune di queste patologie sono:
    • orchite secondaria a parotite,
    • orchite secondaria ad infiammazione dell’epididimo, nel caso in cui l’orchite secondaria dipenda da un’epididimite questa prenderà il nome di “orchiepididimite”.

L’infiammazione del testicolo e il suo dovuto ingrossamento spesso traggono in inganno lo specialista perché viene confusa con la torsione testicolare i cui sintomi sono abbastanza identici.

Cosa troverai nell'articolo

Cause

La maggior parte dei casi di orchite è generata da virus o batteri.

La parotite è la causa più comune dell’orchite. La parotite, è una malattia infettiva virale tipica dell’età infantile; oggi rara grazie alla profilassi vaccinale. Statisticamente la medicina stima che un individuo su tre che contrae la parotite da giovane va incontro allo sviluppo di un’orchite. L’orchite secondaria da parotite si sviluppa e manifesta a partire dal quarto giorno (fino al decimo) dopo l’ingrossamento delle ghiandole salivari (uno dei sintomi principali della parotite).

Alcune infezioni di tipo batterico come: un’infezione del tratto urinario, le malattie a trasmissione sessuale (gonorrea, clamidia, ecc.) o patologie tubercolari o prostatiti o epididimiti, possono portare anch’esse allo sviluppo dell’orchite.

Un individuo ha un rischio maggiore di ammalarsi di orchite, se:

  • ha subito un intervento del tratto urinario e/o sessuale;
  • ha contratto patologie del tratto urinario e/o sessuale (specie infezioni in testicoli, uretra, prostata ed epididimo);
  • sottoposto all’utilizzo regolare di catetere;
  • soffre di malattie del sistema immunitario;
  • ha rapporti sessuali occasionali con partner a rischio infettivo non adeguatamente protetti da profilattico;
  • esegue spesso il massaggio prostatico;
  • ha anomalie congenite del tratto urinario caratterizzate da problemi strutturali che coinvolgono la vescica o l’uretra.

L’orchite causata da virus e batteri, specie quella originata da batteri sessualmente trasmissibili, è sempre contagiosa. Il rischio di contagio può essere limitato usando sempre il profilattico e riducendo il numero di rapporti sessuali con partner plurimi e/o sconosciuti.

Sintomi

Il primo campanello d’allarme di un’eventuale orchite è un dolore molto intenso localizzato nell’area dei testicoli e dell’inguine, al quale possono aggiungersi:

  • sangue nello sperma;
  • dolore o persistente indolenzimento dei testicoli;
  • minzione dolorosa;
  • eiaculazione dolorosa;
  • dolore e senso di compressione durante i rapporti sessuali;
  • secrezioni anomale e/o purulente dal pene;
  • ingrossamento e tumefazione della sacca scrotale;
  • aumento della prostata;
  • ingrossamento dei linfonodi in area inguinale;
  • atrofia testicolare mono o bilaterale; nausea e febbre compresa tra i 37 e i 38 gradi.

Diagnosi

Lo specialista giunge ad una diagnosi di orchite attraverso:

  • l’indagine della storia clinica del paziente e sui sintomi da lui avvertiti;
  • ispezione e palpazione di scroto e testicoli;
  • transilluminazione;
  • palpazione della superficie prostatica attraverso l’ano del paziente;
  • analisi cliniche delle urine e un tampone per verificare la presenza o meno di malattie sessualmente trasmissibili o altre infezioni;
  • ecografia, per esclusione di patologie simili (torsione testicolare).

Cura

Per l’orchite non esistono cure d’elezione, soprattutto per le orchiti virali, in quanto tale patologia è a remissione spontanea.

Lo specialista generalmente, per alleviarne il dolore prescrive: antidolorifici e/o antinfiammatori non steroidei o cortisonici, impacchi con il ghiaccio e sollevamento del sacco scrotale.

Per le orchiti batteriche il discorso è diverso: alle cure e rimedi generici vanno aggiunti gli antibiotici.

Circa i tempi di guarigione: l’orchite non post-parotitica, se adeguatamente trattata, ha una remissione totale in 15 giorni al massimo; per un pieno recupero e la scomparsa dei fastidi, possono essere necessarie alcune settimane. Discorso diverso per il dolore che può protrarsi nel tempo.

Durante la cura dell’orchite è sconsigliato avere rapporti sessuali con alcun partner; se il partner è fisso è consigliabile farlo sottoporre alle medesime cure. Per tutto il periodo di cura e per quello post-guarigione è consigliabile mantenere i testicoli sempre ben fermi (uso di slip elastici aderenti), non sollevare pesi eccessivi e non avere una posizione eretta per lungo tempo. Solo in alcuni casi più gravi e/o non trattati adeguatamente l’orchite può determinare infertilità e sterilità.