Patologie

Testicolo retrattile (pseudo criptorchidismo)

Si verifica la condizione del testicolo retrattile quando quest’ultimo compie una risalita verso l’alto, spostandosi dallo scroto nella loggia inguinale.

A differenza di quanto accade nel criptorchidismo, questa condizione è temporanea e reversibile, ed è causata dall’aumentata mobilità del testicolo oppure da una alterata fissazione del testicolo nel sacco scrotale.

Il movimento di ritenzione è quasi sempre privo di sintomi, solo raramente si possono avvertire tumefazione, dolore, infiammazione. Va sempre detto che, una veloce individuazione della patologia, preserva da complicanze future come la perdita di fertilità o un’ischemia testicolare con conseguente necrosi del testicolo. Quindi una volta individuata la patologia è bene ricorrere, dove il riposizionamento manuale tende a recidivare, ad un piccolo intervento chirurgico volto a fissare stabilmente il testicolo nello scroto.

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Cause

Il testicolo retrattile può presentarsi a qualunque età, soprattutto tra il primo e il secondo anno di età oppure tra i 12 e i 18 anni. Rappresentano fattori di rischio per la patologia in essere: la prematurità, la presenza di infezione durante la gestazione e il sovrappeso infantile.

I testicoli, nel feto, si formano nell’addome per poi attraversare il canale inguinale giungendo nella loro sede definitiva (lo scroto) ; questa loro discesa può essere alterata da diversi fattori patogeni, che potranno determinare, oltre ad altre patologie, anche quella del testicolo retrattile.

Le cause che possono determinare la patologia sono: un’ alterata fissazione del testicolo, una maggiore mobilità del testicolo nello scroto oppure una estrema attività della muscolatura presente (muscolo cremastere), facilitata da una pervietà del dotto peritoneo vaginale.

Sintomi

La condizione patologica è quasi sempre senza sintomi (asintomatica) e solo raramente si possono avvertire dei sintomi, tipo: tumefazione inguinale o dello scroto, dolore inguinale o del testicolo ritenuto, malessere generale, astenia, debolezza e febbre.

Restano come uniche condizioni per la diagnosi: la mobilità in risalita e discesa alternata e l’autonomia del testicolo di riprendere la posizione precedentemente abbandonata.

La patologia può essere solo di un testicolo o di entrambi.

Se diagnosticata per tempo la patologia può essere affrontata agevolmente ma se trascurata le complicanze possono insorgere ed essere anche molto severe, tipo: un’atrofia testicolare, un’ischemia testicolare con relativa necrosi. Questo quadro di complicanze potrebbe originare la perdita di procreazione con grande disagio da parte del paziente, soprattutto se la patologia coinvolge entrambi i testicoli.

Diagnosi

Il processo di diagnosi è sempre originato dall’anamnesi del paziente per poi proseguire con una visita specialistica atta a valutare la capacità di risalita e di ridiscesa anche autonoma del testicolo. In questa sede verranno anche escluse dal medico le altre possibili patologie che per sintomi analoghi potrebbero indurre in un errore diagnostico. Un ulteriore esame, di elezione, è l’ecografia eco-color-doppler.

Cura e trattamento

Una volta diagnostica la patologia si procede ad un riposizionamento del testicolo manualmente per poi monitorarlo nel tempo. Nel caso in cui, il testicolo produca più volte la risalita e la discesa, sarà necessario intervenire chirurgicamente; tale intervento, fatto in anestesia locale, consiste nel fissare il testicolo interessato alla sacca scrotale con due punti di sutura, impedendogli il movimento di risalita e discesa. Il successo chirurgico avviene nella maggioranza dei casi senza mai produrre complicanze.