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Mascherina sanitaria, la migliore maschera protettiva

Prevenire malattie di qualsiasi tipo è utile al fine di evitare effetti devastanti all’organismo, provocandogli malessere fisico e psichico.

Ogni corpo funziona e reagisce individualmente e differentemente da qualsiasi altro, dunque è bene proteggersi da organismi esterni sconosciuti che cercano di penetrare il sistema immunitario e per i quali non conosciamo bene i rischi in cui si incorre.

Oltre alle classiche norme igieniche – quali, ad esempio, l’importanza di lavarsi spesso le mani e di evitare il contatto diretto con occhi, naso e bocca – vi sono dispositivi ideati perché garantiscano le giuste misure di precauzione contro malattie più comuni quali virus di vari tipi ed influenza.

A tal proposito la mascherina sanitaria funge da protagonista e ricopre il suo ruolo in modo quasi impeccabile. Si tratta di oggetti monouso che fanno la loro comparsa negli ambienti ospedalieri ed hanno la primaria funzione di proteggere medici ed infermieri dal contagio diretto col paziente ammalato. Essa elimina o limita la penetrazione di fluidi e di particelle malate, ma è altrettanto utile ad evitare la diffusione di virus ed altre patologie contagiose via aerea. Di esempio sono il COVID-19, SARS, H1N1.

Tipi di mascherine

Esistono due tipologie di mascherina sanitaria:

  • mascherine chirurgiche, rappresentano sicuramente la tipologia più diffusa. Sono monouso e non permettono una protezione individuale poiché non aderiscono perfettamente alla pelle. Esse, infatti, sono utili ad evitare che grosse particelle di secrezioni respiratorie penetrino al suo interno ed entrino in contatto con naso e bocca;
  • mascherine respiratorie, meglio conosciute come respiratori. Esse rientrano nella categoria di dispositivi di protezione individuale (DPI) e si tratta di strumenti più complessi che aderiscono perfettamente alla forma del viso, filtrando anche le minime particelle malate che potrebbero entrare in contatto con occhi e bocca. La loro efficacia filtrante viene indicata con questo tipo di sigle: FF da P1 a P3. Quelle più indicate sono le FFP2 ed FFP3, aventi un’efficacia filtrante rispettivamente del 95% e 98%.

Tali dispositivi sanitari proteggono principalmente da due forme di contagio: quello tramite particelle di liquidi biologici e quello via aerosol, dunque tramite piccole particelle presenti nell’aria.

Il respiratore è progettato per la protezione da aerosol che possono contenere particelle infettanti di dimensioni ridottissime come i virus. Se adattato perfettamente al viso, un respiratore filtra questo tipo di aerosol generati da persone infette, ma a differenza delle mascherine chirurgiche non presenta la possibilità di essere tollerato a lungo a causa della difficoltà dovuta al respirare al suo interno. Non è quindi un dispositivo adatto a bambini o persone con la barba, poiché non aderirebbe bene alla forma del loro viso.

Mascherine sanitarie più vendute: le 3 migliori mascherine protettive

Oltre che in farmacia, le mascherina sanitarie per proteggersi dagli agenti patogeni quali virus e batteri, possono essere acquistate anche su Amazon, e-commerce più famoso del mondo su cui acquistare tutte le tipologie di mascherine.

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Quale mascherina scegliere

È opportuno scegliere il tipo di mascherina adatto alle proprie esigenze, basandosi su alcuni criteri:

  • Uso: è opportuno scegliere adeguatamente la mascherina adatta. A seconda della professione che si svolge e dell’ambito di utilizzo esistono diversi tipi di dispositivi differenti in base ai livelli di protezione;
  • Tipo: come accennato poc’anzi esistono due tipologie di mascherine, aventi funzioni alquanto differenti. È necessario quindi comprenderne le diversificazioni e procedere all’acquisto di quelle più opportune e/o adeguate;
  • Livello di protezione: qualsiasi tipo di mascherina deve rispettare normative e regole precise, che possono variare da Paese in Paese. Tali normative sono suddivise in classi aventi diversi livelli di protezione. È dunque opportuno consultare la normativa in vigore nel proprio Paese prima di procedere all’acquisto;
  • Durata di protezione: è importante tener conto della durata di protezione offerta dalle mascherine. Essa dipende dall’utilizzo ed oscilla da un minimo di 3 ore ad un massimo di 8;
  • Comfort: in commercio sono disponibili taglie differenti di mascherine, in modo tale da adattarsi al viso. È possibile trovare persino dispositivi che permettono di proteggere la parte oculare, noti come mascherine di protezione integrale.

Tali dispositivi permettono quindi:

  • di evitare l’espirazione di goccioline di salive, sangue o secrezioni delle vie respiratorie. Nel caso in cui venga indossata dal personale medico è utile a proteggere il paziente e l’ambiente in cui si trova. Nel caso in cui venga indossata invece dal paziente contagioso, impedisce che egli contagi chiunque sia nelle sue vicinanze;
  • di proteggere colui che le indossa da eventuali liquidi biologici infetti, ciò avviene in caso di mascherine chirurgiche impermeabili.

La mascherina respiratoria evita l’inalazione di aerosol, vapori e gas nocivi alla salute. È utile a proteggere colui che la utilizza da agenti infettivi trasmissibili via aerea, dunque contro virus di tipo coronavirus.

Questi dispositivi si categorizzano in mascherine respiratorie isolanti e mascherine respiratorie filtranti. Queste ultime sono composte da due elementi, uno facciale ed uno filtrante. Alcuni modelli in commercio sono dotati di una valvola di espirazione utile a migliorarne il comfort; essa evita la formazione di condensa interna e migliora l’inspirazione ed espirazione.

Norme applicabili

Che siano maschere chirurgiche o respiratorie, devono necessariamente rispettare normative e regolamenti del rispettivo Paese.

Nel caso delle prime, viene testata la capacità di espirazione, dall’interno verso l’esterno e valutata l’efficacia della filtrazione batterica secondo le seguenti normative:

  • normativa europea EN 14683: essa suddivide il livello di efficacia di una mascherina in quattro tipi: tipo I (efficacia di filtrazione batterica superiore al 95%), tipo II (efficacia di filtrazione batterica superiore al 98%), tipo R (suddiviso a sua volta in IR ed IIR) che ne garantisce la resistenza;
  • normativa ASTM americana: prevede tre livelli di protezione: 1 (basso rischio di esposizione ai fluidi), 2 (rischio moderato di esposizione ai fluidi), 3 (alto rischio di esposizione ai fluidi).

Nel caso delle mascherine respiratorie, viene testata la capacità di ispirazione. I test a cui sono sottoposte valutano l’efficacia del filtro e la tenuta della mascherina:

Normativa europea EN 148:2001

Prevede la divisione in tre classi degli apparecchi monouso di protezione delle vie respiratorie:

  • FFP1: filtrazione minima dell’80% e penetrazione interna non superiore al 22%. Si tratta di dispositivi usati principalmente per uso lavorativo e protezione da polveri ecc;
  • FFP2: filtrazione minima del 94% e penetrazione interna non superiore all’8%. Si tratta di dispositivi usati nell’edilizia, nell’agricoltura, nell’industria farmaceutica e dal personale medico contro i virus influenzali, come l’influenza avaria, la SARS, la peste polmonare, la tubercolosi, il COVID-19, comunemente noto come Coronavirus;
  • FFP3: filtrazione minima del 99% e penetrazione interna non superiore al 2%. Sono quelle capaci di offrire la migliore efficacia di filtrazione.

Normativa americana

Negli Stati Uniti le mascherine devono rispettare i requisiti stabiliti dal National Institute for Occupational Safety and Health. Tale normativa prevede la classificazione delle stesse in base alla resistenza all’olio, rappresentata dalle lettere N, R o P e seguita da numeri indicanti la percentuale di filtrazione.

  • Classe N: nessuna resistenza all’olio. Distinguibili in N95, N99 e N100;
  • Classe R: resistenza all’olio non superiore alle 8 ore. Distinguibili in R95, R99 e R100;
  • Classe P: resistenza totale all’olio. Distinguibili in P95, P99 e P100.

Come utilizzarle correttamente

È fondamentale seguire alcune precise regole che indirizzano ad un utilizzo corretto dei dispositivi sanitari. Usate nel modo incorretto, per l’appunto, le mascherine – utilizzate per ridurre il rischio di contagio – potrebbero diventare fonte di infezione a causa dei germi che si depositano su di esse. Tali dispositivi sono d’aiuto se usati nel modo appropriato e se associati ad ulteriori misure preventive, del tipo:

  1. Lavare accuratamente le mani con acqua e sapone, oppure strofinarle con una soluzione alcolica;
  2. Evitare di toccare la mascherina mentre la si indossa, afferrarla quindi dall’elastico;
  3. Coprire adeguatamente naso e bocca con la stessa;
  4. Sostituirla quando si inumidisce con una nuova, non riutilizzarla;
  5. Togliere la mascherina evitando di toccarla, afferrandola dall’elastico;
  6. Gettarla in un sacchetto e lavarsi accuratamente le mani.

Di seguito esaminati i casi specifici di tubercolosi, coronavirus, SARS, H1N1:

  • Tubercolosi: il paziente contagioso dovrà indossare una mascherina chirurgica per evitare che la saliva o le secrezioni delle vie aeree superiori contaminino l’ambiente e le persone nelle sue vicinanze; gli operatori sanitari, a loro volta, dovranno indossare una mascherina almeno FFP1;
  • COVID-19, SARS, H1N1: il paziente infetto dovrà indossare la mascherina al primo sospetto di contagio, allo stesso modo il personale medico dovrà indossare una maschera di protezione FFP2 o FFP3 in casi più gravi e specifici.