Diete

Dieta Lemme, tutti i rischi e benefici noti

La dieta Lemme deve il suo nome al suo creatore, il farmacista Alberico Lemme, che propone una dieta che definisce innovativa e con la quale promette una rapida perdita di peso senza troppi sacrifici. Pertanto, in una prima fase ti assicura di perdere peso tra i 7-10 chili in un mese, mentre una seconda fase (fase di mantenimento) contribuirebbe a consolidare il peso ideale e acquisire adeguate abitudini alimentari.

Una dieta che evita il conteggio delle calorie (in realtà non pone limiti agli alimenti consentiti) e che si basa sulla scelta degli alimenti in base all’ora del giorno. In altre parole, si tratta di scegliere quegli alimenti che, a seconda che vengano consumati al mattino o alla sera, ci renderanno più o meno grassi.

Cosa è la dieta Lemme

La dieta Lemme è una dieta rapida per perdere peso che promette di far perdere peso scegliendo il cibo giusto in determinati momenti della giornata. Questo regime nutrizionale si basa non tanto sulle calorie quanto sulle reazioni prodotte dal cibo una volta ingerite. Per una dieta adeguata è necessario tenere conto dell’indice glicemico del cibo, della sua composizione chimica e del momento in cui vengono ingeriti.

Partendo da queste premesse, cosa dovremmo mangiare per seguire la dieta Lemme?

Tutti gli alimenti ricchi di carboidrati si potrebbero prendere la mattina, e carne e pesce, ricchi di proteine, per il pranzo e la cena. La dieta Lemme ritiene che i carboidrati e le proteine ​​non debbano essere miscelati nello stesso pasto. Esclude anche zucchero, dolcificanti, sale, pane, latte, formaggio e aceto. D’altra parte, sono ammessi olio extra vergine di oliva, tè, caffè e spezie.

La dieta attribuisce maggiore importanza al valore biologico di un alimento e sebbene in una prima fase escluda quasi completamente frutta e verdura, esiste anche una dieta Lemme vegetariana che consente il consumo di carciofi, asparagi, funghi, cipolle e spinaci.

Gli orari della dieta Lemme

Questa dieta fu inventata dal farmacista Alberico Lemme e ha raggiunto una certa fama sotto il nome di “dieta degli spaghetti a colazione”, poiché la quota giornaliera di carboidrati viene generalmente consumata la mattina presto.

L’associazione di carboidrati e proteine è totalmente vietata, unico apparente vincolo (oltre ad alcuni altri specifici alimenti) poiché non vi è una restrizione calorica fissa.

Gli orari in cui i cibi vengano consumati sono invece di notevole importanza:

  • la colazione va fatta prima delle 9,30 di mattina,
  • lo spuntino mattutino tra le 10 e le 11,
  • il pranzo tra le 12 e le 14,
  • lo spuntino pomeridiano tra le 16 e le 17,
  • la cena tra le 19 e le 21.

Dieta Lemme, come funziona

Si tratta di una vera e propria “filosofia alimentare”, quella di Lemme, e non è altro che una revisione della dieta dissociata.

La rapida perdita del peso in eccesso è innescata dall’associazione degli alimenti permessi, ricordando di non abbinare mai proteine e carboidrati.

Sono i principi biochimici degli alimenti, che combinati, innescherebbero i processi di dimagrimento (o viceversa). Il noto farmacista ideatore di questo schema alimentare ha teorizzato che ogni cibo, subito dopo esser stato ingerito, provochi una reazione all’interno dell’organismo che possa portare a una perdita di peso quando opportunamente sfruttata.

La dieta Lemme è composta, sostanzialmente, da due fasi:

  • nella prima fase si perde peso fino al target desiderato,
  • nella seconda, della durata indicativa di tre mesi, vengono nuovamente inseriti i cibi precedentemente vietati.

Le regole da seguire

Le regole da seguire, come già indicato, non sono molte.

  • Mai aggiungere sale, nemmeno nell’acqua della pasta.
  • Eliminare totalmente lo zucchero, i dolcificanti, l’aceto, il latte e i suoi derivati.
  • Non mangiare pane (anche se la pasta è ammessa, proprio perché cucinata senza sale).
  • Non inserire carne e pasta nello stesso pasto (ma in generale non inserire proteine e carboidrati nello stesso pasto).
  • Prestare molta attenzione agli orari dei pasti.
  • Bere tanta acqua, anche se gasata, e ricordare che tè e caffè andranno consumati senza zucchero.
  • Non prestare attenzione al consumo di olio d’oliva (preferibilmente extravergine).
  • Libertà nel consumo di peperoncino e pepe.
  • Libertà nel consumo di altre spezie come prezzemolo, aglio, salvia, limone, rosmarino, cipolla, timo e basilico.

La fase di mantenimento

Per abituare gradualmente l’organismo al reintegro di tutti gli alimenti sospesi nella prima fase, in questa seconda fase è possibile inserire lentamente alcuni alimenti precedentemente esclusi, anche se resteranno vietati alcuni alimenti, come:

  • zucchero e dolcificanti di ogni genere,
  • latte vaccino,
  • sale,
  • aceto.

Ulteriori considerazioni

In virtù della particolarità di questo schema alimentare vogliamo però soffermarci sui vari aspetti che lo contraddistinguono.

Orari e pasti

I più recenti studi sul nostro ciclo circadiano hanno dimostrato che il corpo assimila in modo differente i nutrienti nei diversi momenti della giornata, e ciò vale ad esempio per l’assimilazione dei carboidrati nelle prime ore del mattino.

Lemme esaspera questa interpretazione scientifica e le dà una connotazione patologica, dicendo che qualora si consumi anche un chilo di carboidrati la mattina non ci sarebbero problemi, rispetto al consumarne anche solo 100 grammi alla sera.

Frutta e verdura

Va ricordato che sia frutta che verdura contribuiscono alla salute del microbiota intestinale, che dunque un mancato indirizzo al consumo di questi alimenti può sortire un effetto negativo sulla salute dell’organismo.

Frutta e verdura sono anche alimenti ricchi di sali minerali e vitamine, e andrebbe ricordato che in questa dieta il sal viene completamente escluso, cosa di certo importante per chi esagera, tenendo però presente che una sua esclusione totale non è di certo il modo migliore per ridurne gli effetti indesiderati: il sale andrebbe ridotto (almeno quello aggiunto) ma nn di colpo eliminato nella sua totalità.

I rischi della dieta Lemme

Prima di tutto, bisogna allontanarsi dall’idea che una rapidissima perdita di peso sia cosa buona e giusta, questa graduale riduzione deve essere lenta (non troppo) ma costante: la perdita massima suggerita è di 4 kg in un mese, mai di più.

Perdere più peso (in rapporto alla velocità) di quanto appena descritto causa non solo la perdita del grasso ma anche della massa magra, quindi dei muscoli, e dei tessuti nobili.

Un marcato squilibrio tra gli alimenti, alla base di questo schema alimentare, porta inoltre a un sovraccarico di reni e fegato. Chi soffre di pressione bassa, chi sia in gravidanza o stia allattando, non potrà seguire questa dieta.

Non solo, la dieta è monotona ed esclude nutrienti essenziali alla salute: lo scarso consumo di frutta previsto può infatti provocare gravi carenze di vitamine e minerali.