Rimedi Naturali

Rimedi naturali per la perdita di udito

Come gli occhi con la presbiopia, le orecchie invecchiano: e allora parliamo di presbiacusia, diminuzione dell’udito dovuta all’età, aggravata dalla ripetizione costante di traumi sonori nel corso della vita. Questo invecchiamento molto graduale appare intorno ai 55/60 anni e avanza senza la consapevolezza della persona interessata.

Stranamente il fenomeno è per la maggior parte riservato agli uomini, anche se le donne possono tuttavia incorrere in queste problematiche.

Meccanismo alla base della presbiacusia

Vediamo di seguito qual è il meccanismo alla base della graduale riduzione dell’udito e della percezione uditiva e quali sono i consigli da seguire per affrontare il problema.

L’orecchio interno fallisce

All’origine di questo declino: l’orecchio interno a poco a poco perde le sue cellule sensoriali che trasformano i suoni in energia per trasmetterli ai centri cerebrali uditivi. Queste cellule si consumano gradualmente senza poter essere sostituite.

Accetta la perdita dell’udito

A volte è difficile ammettere il declino del tuo udito, e tutti i trucchi sono buoni per trovare scuse. Senza contare che questa perdita dell’udito ha ripercussioni nella vita di tutti i giorni e porta a malumori, ritiro a una vita estremamente solitaria, perdita di fiducia.

I segni che non ingannano

Quindi, se stai chiedendo a qualcuno di ripetere spesso cosa abbia detto, se hai difficoltà ad ascoltare una conversazione durante le riunioni di famiglia o al ristorante, se ti isolano o tu stesso di “escludi” quando parecchie persone parlano allo stesso tempo, vedi l’ovvio: è il momento di andare da uno specialista e far controllare il tuo udito. Perché il primo segno della presbiacusia è la difficoltà di comprendere le voci, soprattutto femminili (soprattutto con alte frequenze), in un ambiente rumoroso.

Misura la tua perdita uditiva

Un modo semplice e obiettivo per valutare la perdita dell’udito è fare un test dell’udito (una delle domande che devi farti prima di tutto è: c’è un tappo di cerume?) L’audiogramma tonale, eseguito in una cabina insonorizzata, valuta la perdita dell’udito esplorando le soglie della percezione del suono su diverse frequenze.

Cosa fare con questi risultati?

Usando i risultati dei test audiometrici e in base al disagio e alle esigenze della persona nella sua vita quotidiana, l’otorino (specializzato in otorinolaringoiatria) offre o meno l’opportunità di usare un apparecchio acustico. Può anche decidere, in accordo con la persona, di rivederla nei 6/12 mesi successivi per rivalutare la progressione della perdita dell’udito. Il successo dell’apparato dipende in parte dal desiderio della persona di ascoltare e capire meglio. È un lavoro graduale che prevede grande complicità e affiancamento tra il professionista e l’audioprotesista.

Gli apparecchi acustici di vecchia generazione

Per compensare la perdita dell’udito, sono disponibili gli apparecchi acustici. Sono amplificatori miniaturizzati che trasformano il suono in modo che sia migliorato. Ne esistono diversi tipi.

Le protesi classiche

Questi apparecchi acustici convenzionali, noti anche come apparecchi acustici convenzionali, sono costituiti da un microfono esterno e un auricolare collocato nel condotto uditivo. Il dispositivo può essere a contorno, indossato fuori l’orecchio o del tipo in-ear, più o meno nascosto nel condotto uditivo. Negli ultimi anni, gli apparecchi acustici digitali hanno aumentato la discrezione dello strumento diventando praticamente invisibili, oltre che l’affidabilità e il comfort: questi dispositivi che filtrano i suoni forti mentre migliorano la percezione dei toni bassi.

I loro svantaggi

Sebbene queste protesi convenzionali consentano un buon ascolto, non sono prive di inconvenienti. I loro utilizzatori riportano tre effetti collaterali importanti, più o meno dolorosi.

  • Hanno un piccolo elemento che ostruisce il condotto uditivo. L’ostruzione del canale uditivo esterno non è sempre ben tollerata. La presenza di questo tip dà la sensazione di avere l’orecchio intasato, oltre che la percezione chiara di un corpo estraneo.
  • Queste protesi richiedono uno stampaggio del canale uditivo, che si adatta più o meno bene al momento dell’installazione ma che viene quasi completamente riempito, ostacolando il comfort.
  • Infine, alcuni portatori di queste protesi spiegano di sentire la loro voce strana, cavernosa: hanno la sensazione di parlare in una botte. Oltre alla masticazione o durante determinati movimenti, possono verificarsi anche fischi o rumori: questo è noto come l’effetto Larsen.

Protesi di nuova generazione

Dal 2007 esiste una nuova generazione di apparecchi acustici, i cosiddetti apparecchi acustici aperti, disponibili in tutta Italia. Il loro principio di amplificazione del suono è lo stesso di quello delle protesi convenzionali. Quindi dove sono le differenze? La differenza principale è la punta delle vecchie protesi che ostruisce il canale uditivo, assente nelle nuove che viene sostituita da un mini-bocchino in plastica anallergico e non ostruttivo. Quest’ultimo è collegato da un tubo di plastica ultrafine molto poco visibile, molto leggero e nascosto dietro il padiglione auricolare e che contiene le batterie.

Un oggetto mini e potente

Il progresso di questa nuova apparecchiatura sta anche nella sua miniaturizzazione. È molto leggero, molto discreto e meno visibile. Inoltre, offre un’ottima tolleranza.

Alcuni svantaggi rimangono

Come con altri apparecchi acustici, le protesi aperte non ripristinano l’udito e lo rendono “normale”. Rimane la sensazione di disagio in certe situazioni rumorose. Inoltre, hanno un limite di utilizzo nelle perdite uditive più gravi, ossia quando l’udito è gravemente compromesso. La vita media delle protesi aperte è nell’ordine di cinque anni in media, ed è la stessa delle protesi convenzionali.

Il problema della cura

Un altro ostacolo per l’apparato uditivo che frena molte persone con perdita graduale dell’udito nel recarsi da un audioprotesista è che: una prote, sia convenzionale che aperta, ha un costo medio di 1200 euro, 2400 euro per accoppiarne 2 per le due orecchie, un po’ in più in caso di sofisticazioni delle protesi (ad esempio per quelle con telecomando).

Pulizia delle orecchie

Un altro elemento da tenere assolutamente a mente prima di intraprendere questa costosa alternativa delle protesi, ovviamente da discutere apertamente con un medico specialista, è la presenza del sopracitato tappo di cerume. Spesso la percezione di una diminuzione dell’udito è soltanto un’impressione, una paura che incombe motivata da una cattiva igiene delle orecchie.

Il problema del cerume

Tutti, ma davvero tutti, per quanto si sforzino di tenere pulito il canale uditivo, per quanto vogliano lasciare libero il passaggio delle onde sonore fino al timpano, avranno dei minimi residui di cerume. Questi rappresentano il primo grande ostacolo da contrastare per tornare a sentire meglio e in questo internet ci aiuta molto: sono infatti davvero tanti i prodotti che andrebbero testati, nel rispetto della sicurezza e della salute, prima di giungere alla conclusione di star perdendo la facoltà di sentire. Gocce, prodotti a base di oli, erbe… ce ne sono di tutti i tipi e alcuni pare siano davvero risolutivi nella pulizia delle orecchie, anche profonda e minuziosa.

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Una raccomandazione che naturalmente sentiamo doveroso fare riguarda i cotton fioc: questi piccoli bastoncelli (in inglese cotton buds) vanno utilizzati attentamente e sapientemente, non vanno abusati o impiegati in modo errato poiché potrebbero addirittura peggiorare la concentrazione di sporcizia nelle orecchie spingendo il cerume e altri germi verso l’interno del canale uditivo. Il movimento deve essere circolare e bisogna avere parecchia precisione nell’acquistare i prodotti migliori sul mercato.

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